La Biblioteca di Benedetto Croce fu allocata nell’attuale sede – il Palazzo Filomarino di Napoli – nel 1911, quando Croce vi acquistò casa e vi si trasferì. La raccolta libraria fu arricchita, selezionata, organizzata e ordinata dal filosofo, in ragione dei suoi molteplici interessi culturali, degli studi che andava di volta in volta conducendo, ma anche spinto dal suo gusto di bibliofilo. Cosicché essa, venutasi a costituire tra il 1890 e il 1952, conserva quanto di più rilevante fu pubblicato in quegli anni in Europa e negli Stati Uniti nel campo delle discipline filosofiche, storiche, letterarie e storico-artistiche e insieme edizioni rare e di pregio. Ancora oggi i tomi, non di rado fittamente postillati da Croce, sono conservati nella loro originaria disposizione, ordinati per materia.
Proprio per il suo carattere di unitarietà e specificità, essa fu dichiarata di eccezionale interesse ai sensi della legge 1 giugno 1939 n. 1809 («Tutela delle cose d’interesse artistico o storico») con d.m. del 16 maggio 1943, confermato il 10 febbraio 1952.
È costituita da circa 80.000 esemplari, tra i quali si contano, oltre a numerose decine di manoscritti e a qualche incunabolo, circa 550 cinquecentine, 10.500 libri antichi (cioè stampati tra il 1500 e il 1831), una raccolta di oltre 25.000 opuscoli, oltre a 2200 annate di periodici, corrispondenti a circa 400 testate, in massima parte estinte.





Nella biblioteca si conservano anche i manoscritti di alcune opere di Croce, tra le quali le Tesi fondamentali di un’Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale, La filosofia di Giambattista Vico, La storia come pensiero e come azione, il Contributo alla critica di me stesso, la Storia d’Italia dal 1871 al 1918 e i Taccuini di lavoro, nella stesura definitiva e nella prima versione dei Diari.

La Biblioteca della Fondazione, dopo la morte di Croce, si è arricchita negli anni di altri fondi librarii e di altri volumi, pervenuti per donazione o acquisto. Essi sono circa 30.000, prevalentemente moderni. Il fondo più cospicuo è quello appartenuto ad Alda Croce, secondogenita del filosofo. Si tratta di libri afferenti a discipline umanistiche (letteratura, storia, filosofia, arte) e non di rado riguardanti Croce: le traduzioni, le edizioni o le nuove edizioni della sua opera, saggi critici sul suo pensiero. Tali volumi appaiono dunque in tutto affini a quelli della biblioteca di Croce, della quale rappresentano un ideale completamento.
Al fine di valorizzare il proprio patrimonio librario e renderne fruibile il catalogo, la biblioteca ha aderito nel 2012 a SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) e nel 2017 al progetto MANUS, promosso dall’ICCU, nel cui database confluiscono le descrizioni e talora le immagini digitalizzate dei manoscritti conservati nelle biblioteche italiane – pubbliche, ecclesiastiche e private – aderenti al progetto. La catalogazione è ancora in corso.
Dal 2016 il catalogo dei testi a stampa della biblioteca è confluito nel Polo digitale degli istituti culturali di Napoli.
Bibliografia
D. Marra Beth, Conversazioni con Benedetto Croce su alcuni libri della sua biblioteca, Milano, Hoepli, 1952.
D. Marra Beth, Croce Bibliofilo, estr. da «Letterature Moderne», numero speciale dedicato a a Benedetto Croce, Milano, Malfasi editore, 1953.
Dalla Biblioteca di Benedetto Croce. Catalogo della mostra di autografi e libri a stampa, Napoli 19 nov. – 20 dic. 2002, e cura di M. Rascaglia e N. Ruggiero, Roma, Teseo, 2002.
D. Marra Beth, La biblioteca di Benedetto Croce. Le note autografe ai libri. I. Scrittori dell’età barocca, Napoli, Bibliopolis, 1994; II. Scrittori del Rinascimento, Napoli, Bibliopolis, 2004.
Biblioteche filosofiche private. Strumenti e prospettive di ricerca, a cura di R. Ragghianti e A. Savorelli, Pisa, Scuola Normale Superiore, 2014, pp. 367-427.